[Linux-Biella] Software Patents: 648 a 14!!!
andrea ferraris
andrea_ferraris a libero.it
Sab 9 Lug 2005 03:10:15 CEST
Ilaria Ermini allacciata alla sua amica in sella alla 666 wrote:
[sv sw os]
>
> Il software libero continua e continuerà ad essere sviluppato, proprio
> perché non è considerato "sviluppo" ma implementazione di "commodity"
> che possono essere poi utilizzate da tutta l'industria.
Si`, soprattutto M$, per non dirne che una, forse trascurabile.
> E' per questo che ERS ha detto che la GPL è superata. In effetti, la
> licenza BSD, o quella di Mozilla, per esempio, sono molto più adatte a
> questi scopi e porgono molte meno problematiche "virali"
> all'industria.
Sul fatto che la GPL sia superata ho i mei ragionevoli dubbi, dato che
e` quella che governa completamente Linux: toolchain, kernel, utility. E
che la licenza di Linux sia superata, mi pare un'affermazione almeno un
po' azzzardata, dato che, come diffusione, credo sia il 2o sistema
operativo sulla faccia della terra dopo Windows ed e` in crescita robusta.
Linux non e` software open source o meglio, lo e` anche, ma
sostanzialmente e` software libero, come in liberta` di parola.
> Apache è una commodity. Non è qualcosa che puoi vendere, ma qualcosa
> che implementi. Dieci lo sviluppano, mentre diecimila lo implementano.
Non capisco che significato atttribuisci ad implementare/implementazione
riferiti al sw e contrapposti a sviluppare/sviluppo, ne' qui, ne'
all'inizio.
> Una parte degli sviluppatori di Apache è pagata da IBM, che è la
> società che detiene più brevetti sul software al mondo. Questo
> dovrebbe far riflettere.
Daniel Robinson che e` stato l'inventore e fino a pochi mesi fa il chief
architect di Gentoo, adesso lavora alla M$.
Stiamo riflettendo.
> Il discorso è molto semplice: tutta la questione dell'"artisticità"
> del software è artificiosa - magari vale per i professori universitari
> (quindi, gente in gran parte fuori dal mercato, soprattutto in Europa)
> magari formati culturalmente in altre epoche (come Knuth). In realtà
> il software è un prodotto, come lo è un tergicristallo o un ascensore.
> Non si può brevettare l'idea di tergicristallo, ma se inventi un
> tergicristallo innovativo perché non dovresti brevettarlo? la
> differenza risibile con il software, qual è?
Forse perche' un algoritmo funziona anche in assenza di acqua e di
vetro, mentre un tergicristallo no? Ovvero, essendo un algoritmo una
costruzione formale astratta non ha bisogno di materia per funzionare e
proprio per questo puo` funzionare applicato in diversi contesti.
Se non di inclinazioni artistiche, sembreresti mancare di facolta` di
astrazione. Effettivamente << la questione dell'"artisticità" del
software è artificiosa >>, nel senso che sembri non sapere di che cosa
stai parlando o se lo sai non ce ne sai far partecipi.
>>>Le aziende interessate da questi argomenti sono molte di più di quelle
>>>che sviluppano software, sono tutte quelle che con il software ci
>>>vivono e lavorano.
>>
>>ma, sai, se intalli e configuri e basta, chettefrega di installare e
>>configurare merda o oro? si', entrano in gioco idee e convincimenti
>>morali, ma cmq se gestisci gestisci, non paghi il brevetto per
>>sviluppare qualcosa... tanto kettefrega lo fa qualkunaltro :-)
>
> Il fatto è che tu consideri il punto di vista soggettivo, io quello globale.
Ah, ecco, quindi sei per la globalizzazione, certamente non un noglobal.
Giusto per non incorrere in fraintendimenti dello stesso tipo di quelli
occorsi con Marco Contini a proposito di Cattedrali e Bazar, BSD, Linux
e De Raadt, mi sembra che si stia (soprattutto tu) ragionando di aria
fritta. Un facile controesempio sono le centinaia di milioni di $ spesi
in cause riguardo a brevetti sw in US. Non e` che voglia male agli
avvocati o alle compagnie create dalle grandi compagnie per gestirne i
brevetti, ma sinceramente non vedo l'utilita` di tutte queste spese. Se
le vogliono fare gli americani che hanno i soldi per farle, ben venga,
ma se da noi si puo` evitare, dato che non siamo e in questo caso
nemmeno vogliamo fare gli americani, e` meglio.
> E comunque, considera che l'argomento principale di chi sostiene la
> non brevettabilità tout court del software è assolutamente simile alla
> tua: io non creo mai una cosa innovativa, ma assemblo ogni volta gli
> stessi costrutti, assoggettabili a formalismi che sono già stati
> codificati e sono patrimonio culturale universale e perciò non
> brevettabile.
>
> Ovvero, qualsiasi software io scriva, alla fine, la mia attività si
> limita all'"assemblare e configurare"... francamente molto artificioso
> e poco sostenibile.
L'impressione e` che pigli cio` che senti, lo metti sullo stesso foglio
bidimensionale (d'altronde i fogli, almeno loro, in quanto tali, non
hanno maggiori possibilita`) e quindi ci trovi le contraddizioni, senza
considerare il contesto delle affermazioni e le loro argomentazioni, che
su quel foglio non ci stanno perche' avevano altre dimensioni.
Andrea
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