[Linux-Biella] Software Patents: 648 a 14!!!

Paul TT paultt a bilug.linux.it
Sab 9 Lug 2005 13:18:29 CEST


Marco Ermini wrote:

>On 7/7/05, Paul TT <paultt a bilug.linux.it> wrote:
>[...]
>  
>
>>>Non lo trovo un argomento attinente. Lo sviluppo software è ormai
>>>un'attività secondaria rispetto alla gestione complessiva di una
>>>struttura informatica; sempre più spesso si utilizza quello Open
>>>Source proprio perché è più alla stregua di una commodity che non di
>>>uno sviluppo, e se c'è da sviluppare qualcosa lo si dà in outsourcing.
>>>
>>>      
>>>
>>ma magari qualcuno lo sviluppa quel software ?!?!? ti e' mai venuto in
>>mente? o magari lo raccogli sugli alberi?????
>>    
>>
>
>Certo, e continua a farlo. E lo fa pure negli USA, dove ti faccio
>notare, nasce la gran parte del software Open Source, nonostante ci
>sia una legislazione sui brevetti che la FSF considera molto più
>restrittiva di quella Europea (ed è così).
>
>Il software libero continua e continuerà ad essere sviluppato, proprio
>perché non è considerato "sviluppo" ma implementazione di "commodity"
>che possono essere poi utilizzate da tutta l'industria.
>
>E' per questo che ERS ha detto che la GPL è superata. In effetti, la
>licenza BSD, o quella di Mozilla, per esempio, sono molto più adatte a
>questi scopi e porgono molte meno problematiche "virali"
>all'industria.
>  
>
iep, ma OT.
preferisco un free software di fatto oltre che di comodo perke' gransi
aziende non /vogliono/ dargli contro....

>Apache è una commodity. Non è qualcosa che puoi vendere, ma qualcosa
>che implementi. Dieci lo sviluppano, mentre diecimila lo implementano.
>Una parte degli sviluppatori di Apache è pagata da IBM, che è la
>società che detiene più brevetti sul software al mondo. Questo
>dovrebbe far riflettere.
>  
>
:s/software/hardware
;-)

>Finché sarà sempre così, nessuno metterà mai brevetti che impediscano
>la diffusione di Apache. Ovvero, finché ci sarà convenienza affinché
>il software Open Source venga diffuso come fosse uno "standard", non
>ci sarò nulla da temere, che ci siano o meno dei brevetti, non
>verranno fatti valere.
>  
>
il fatto che _in_teoria_ non verranno fatti valere non li rende meno
"cattivi".... potrebbero sempre prima o poi esserlo, se hano la base per
cui cio' possa accadere....
ingenui.....

>Il discorso è molto semplice: tutta la questione dell'"artisticità"
>del software è artificiosa - magari vale per i professori universitari
>(quindi, gente in gran parte fuori dal mercato, soprattutto in Europa)
>magari formati culturalmente in altre epoche (come Knuth). In realtà
>il software è un prodotto, come lo è un tergicristallo o un ascensore.
>Non si può brevettare l'idea di tergicristallo, ma se inventi un
>tergicristallo innovativo perché non dovresti brevettarlo? la
>differenza risibile con il software, qual è?
>  
>
la stessa che c'e' tra scienza (sw) e tecnologia (hw)

>>ma, sai, se intalli e configuri e basta, chettefrega di installare e
>>configurare merda o oro? si', entrano in gioco idee e convincimenti
>>morali, ma cmq se gestisci gestisci, non paghi il brevetto per
>>sviluppare qualcosa... tanto kettefrega lo fa qualkunaltro :-)
>>    
>>
>
>Il fatto è che tu consideri il punto di vista soggettivo, io quello globale.
>  
>
questo e' sicuro!

>E comunque, considera che l'argomento principale di chi sostiene la
>non brevettabilità tout court del software è assolutamente simile alla
>tua: io non creo mai una cosa innovativa, ma assemblo ogni volta gli
>stessi costrutti, assoggettabili a formalismi che sono già stati
>codificati e sono patrimonio culturale universale e perciò non
>brevettabile.
>  
>
e quindi cosa cozza contro cio' che dico?
mah?!?!?!

-- 
Gli uomini non sospettano
quale terribile carico stiano
trasportando a valle.

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