[Linux-Biella] "La scuola al tempo della crisi inventa gli acquisti di, gruppo"

carla.fava carla.fava a istruzione.it
Sab 1 Mar 2014 12:38:09 CET


Il 01/03/2014 12:00, linux-request a ml.bilug.linux.it ha scritto:
> Il 28/02/2014 21:20, albcares ha scritto:
>> >
>> >
>> >
>> >Il giorno 28 febbraio 2014 13:23, Luca Savio <l.savio a bilug.linux.it
>> ><mailto:l.savio a bilug.linux.it>> ha scritto:
>> >
>> >
>> >
>> >     Il 27/02/2014 10:43, Luca Savio ha scritto:
>> >     > Articolo su la stampa di oggi pag. 51. Propongo di inviare una
>> >     lettera alla redazione di biella.
>> >     > Ciao
>> >     >
>> >     > inviato da mobile
>> >     > _______________________________________________
>> >
>> >     Ecco l'articolo:
>> >
>> >     http://www.lastampa.it/2014/02/27/edizioni/biella/la-scuola-al-tempo-della-crisi-inventa-gli-acquisti-di-gruppo-amYkXKIlFIrfnw7zhldbrJ/pagina.html
>> >
>> >     Ciao
>> >     _______________________________________________
>> >     Linux mailing list
>> >     Linux a ml.bilug.linux.it  <mailto:Linux a ml.bilug.linux.it>
>> >     http://ml.bilug.linux.it/mailman/listinfo/linux
>> >
>> >
>> >
>> >scusate, ma gli acquisti non si gestiscono attraverso il "portale
>> >consip" - anche se è improprio come definizione?
> so che a consip sono legate le PA, credo che le scuole abbiano più
> potere discrezionale (ebbene sì, sono ignorante in tema)
>
>> >mi pare un articolo folcloristico. Per esempio la battuta sulle stampanti
> temo che il vero digital divide sia nei cervelli, non nelle infrastrutture
>> >-- 
>> >linux user #121635
>> >
>> >
>> >_______________________________________________
>> >
> Ciao
>
> Luca
>
La scuola è una PA ed è tenuta a fare gli acquisti attraverso Consip, 
che non è poi quella meraviglia. Sto pensando ad alcuni servizi della 
Gabbanelli che descrivevano come e a quale prezzo certi prodotti siano 
entrati in Consip.
Comunque, se la scuola ha bisogno di un prodotto con delle caretterische 
particolari e questo prodotto non è presente in Consip, ci sono delle 
procedure che alla fine consentono di acquistare il prodotto da chi ce 
l'ha. Ed è chiaro che, volendo "stressare" questo meccanismo, alla fine 
si può fare un po' quello che si vuole.

Anch'io penso che l'articolo sia un po' di colore e di vetrina per lo 
SBIR che vuol dire "scuole biellesi in rete", quindi una realtà locale.

Secondo me il digital divide sta sia nelle infrastrutture sia nei 
cervelli. E qualche volta ci si mette anche la difficile comunazione tra 
gli insegnanti, che sono "ignoranti" dal punto di vista tecnico ma 
"sapienti" dal punto di vista didattico, e chi deve fornire i prodotti e 
i servizi, che si trova esattamente nella posizione opposta. Senza 
contare che gli obiettivi di queste due "categorie" sono ben diversi: 
una categoria ho l'obiettivo di vendere, l'altra di dare alla scuola uno 
strumento utile. Mettere insieme correttamente queste due esigenze non 
sempre è cosa facile.
Io, che sono insegnante, talvolta ho molto apprezzato e talvolta mi sono 
sentita un po' "menata per il naso" e vi assicuro che non è una bella 
sensazione.

Carla


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