[Linux-Biella] mi servono statistiche
Marco Vallini
marcovallini a gmail.com
Mer 25 Feb 2009 10:49:21 CET
leonardo buffa wrote:
> On Wed, 25 Feb 2009 10:24:00 +0100
> Marco Vallini <marcovallini a gmail.com> wrote:
>
>> alberto caresana wrote:
>>>
>>> Marco V
>>>
>>>
>>>
>>> > onestamente non ho capito niente. Potresti spiegare meglio il
>>> concetto?
>>>
>>>
>>>
>>> Daniele S
>>> ah allora non sono l'unico :D
>>> [...]
>>>
>>>
>>>
>>> se mi sforzo comprendo che non fa altro che scrivere il flusso
>>> dei suoi pensieri "non segue un filo 'logico' di pensiero"
>>>
>>> :)
>>> eh va beh..
>>>
>>> (il logos...)
>>> mi servivano statistiche per sostenere l'opportunità di linux
>>> affiancato a MS win2k (r) pr riusare macchine ormai troppo lente e
>>> insufficienti al lavoro quotidiano
>>> mi è stata offerta documentazione ricchissima sul "sorgente aperto"
>>> nella Amministrazione Pubblica
>>> ho sviluppato una linea di sperimentazione morbida, utilizzando il
>>> già citato Scenic eB, una chiavetta su cui è installato puppyLinux,
>>> un floppy per lanciarlo senza toccare nulla nè hw nè sw del bene.
>>> quindi ho realizzato nei ritagli di tempo una "postazione di
>>> lavoro" da amministrativo, completa, interfacciata al web e alla
>>> lan. ... e ho capito! (ho visto la luce) la posta aziendale non può
>>> girare altro che su MS (che sia me, 2k xp non importa).
>>> Ecco perchè il progetto linux sui computer vecchi non ha futuro: al
>>> massimo, come pensavo nella fase preliminare, può essere utilizzato
>>> per le macchine ad uso dei cittadini, che non hanno necessità di
>>> utilizzare la posta aziendale.
>>> business is business.
>>> le conseguenze delle scelte di politica, di gestione; le scelte di
>>> perseguire certi obbiettivi attraverso certe strade e non altre,
>>> alla fine irrigidiscono il sistema che poi è costretto a avanzare
>>> su quel binario oppure a... deragliare. Non c'è scelta.
>>> ho capito. Bisogna risalire al perchè si è COMINCIATO così.
>>>
>> Allora dico qual'è la mia opinione. A mio avviso si apre ancora una
>> volta il discorso sw open-source vs sw proprietario. Qui si potrebbe
>> aprire un thread a parte, ma per ora lancio il sasso qui.
>> La mia prima considerazione è che in realtà in generale uno non sia
>> meglio dell'altro, ma bisogna valutare caso a caso.
>>
>> In più voglio sottolineare che tutto ciò ha risvolti anche etici, non
>> solo economici.
>> Mi spiego porgendo una domanda aperta, considerando che in tutti e
>> due i casi sono necessari sistemisti per risolvere le diverse
>> problematiche. Le domande sono: 1. è meglio avere più sistemisti in
>> casa che risolvono i problemi sw o utilizzare il supporto
>> dell'azienda produttrice? 2. I sistemisti possono essere presi anche
>> in outsourcing e/o comunità?
>>
>> Tutto ciò, secondo me, va contestualizzato nel campo delle grandi
>> enterprise o aziende pubbliche. Nelle piccole di solito non ci sono
>> molte risorse per assumere sistemisti.
>>
>> In aggiunta introduco le seguenti ipotesi: supponiamo (anche se per
>> certi versi potrebbe non essere corretto) che la qualità dei
>> sistemisti sia la medesima (sia per quelli in casa che dell'azienda
>> produttrice); 2. il costo totale sia simile.
>>
>> Personalmente sono tentato a metterla su un altro piano: trade-off
>> tra costi e prestazioni (leggesi qualità). Ma stavolta la voglio
>> mettere sul piano etico. Che ne pensate?
>
> la risposta non e' facile
> innanzitutto voglio sottolineare che in base alle mie esperienze ho
> notato che i costi non sono poi cosi' differenti
> perche' se da una parte abbiamo dei sistemi che hanno dei costi di
> licenza e dall'altra abbiamo questo valore a zero, nel primo caso,
> (parlo di pmi) il personale "sistemistico" interno che solitamente e'
> un factotum che segue centralino acquisti forniture di cartaigienica
> helpdesk licenze software e semplici amministrazioni dei sistemi (che
> ovviamente sono sufficientemente semplici, quindi classico server di
> dominio, file server, mail server exchange, proxy quando va bene e
> poche altre cose)
> in caso di sistemi opensource (salvo rarissimi casi*) il costo delle
> licenze verrebbe automaticamente ri-speso in gestione outsourcing e
> consulenze perche' il personaggio interno non sarebbe in grado di farlo
> funzionare*
>
> * se fosse in grado di gestire sistemi di un certo livello di
> difficolta' farebbe sicuramente altro e guadagnerebbe sicuramente piu'
> dei 1200 euri/mese che invece porta a casa facendo il lavoro di cui
> sopra
>
>
> quindi rimane esclusivamente il discorso "etico" e su questo piano, non
> avendo valori oggettivi (costi) abbiamo solamente parametri soggettivi
>
> io, leonardo buffa, piccolo imprenditore, valuterei la soluzione basata
> su opensource per i seguenti motivi:
>
> 1: sottoscrivo un contratto di assistena con una $'accreditata societa
> di consulenza'
> 1.1: se $sistemista non e' un grande appassionato di
> informatica gli alleggerisco il carico di lavoro e posso rivalutarne la posizione
> 1.2: se $sistemista e' appassionato lo affianco alla di cui sopra
> societa' di consulenza e lo rendo autonomo facendolo cresce
> professionalmente e aprendogli nuove porte
> 2: eticamente preferisco dare un po' di soldi alla soc di cons
> piuttosto che a microsoft (novell, etc) che ne ha tanti di suo
> 3: mi slego da strani vincoli contrattuali aggiornamenti licenze e
> diavolerie autoreplicanti come le licenze cal, i service pack, gli msdn
> e chi piu' ne ha piu' ne metta, quindi anche il discorso gestione
> licenze diventa molto piu' leggero, non piu' conteggi strani tipo ho
> messo excel su questo pc perche' tizio ne ha bisogno pero' ho solo 5
> licenze allora devo toglierlo da la perche' caio lo usa solo una volta
> al mese, piuttosto gli faccio cambiare posto quando deve lavorarci e
> cosi' via
>
>
secondo me è una buona risposta.
Ciò vuole dire che l'obiettivo è riportare il business dell'informatica
dall'estero in Italia? :-)
Perchè per alcuni prodotti sw non ritorniamo a svilupparli noi al posto
di importare tutto o quasi tutto dall'estero? Come possiamo fare per
cambiare rotta?
--
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"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza"
Divina Commedia, Inferno, canto XXVI, v.118-120.
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Marco Vallini
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