[Didattica] progetto OpenCl a ss

carla.fava carla.fava a istruzione.it
Lun 17 Giu 2013 19:46:53 CEST


Notizie dalla Marconi.

Siamo un po' indaffarati, a scuola, ma vorrei raccontarvi com'è andata 
con OpenCl a ss2.0 <mailto:OpenCl a ss2.0>, progetto nato a scuola, ma 
sostenuto dal Bilug.

Volevamo usare software libero e lavorare in rete per costruire un 
oggetto multimediale fatto in collaborazione.

Dovevamo verificare se è possibile una didattica con il software libero 
e come viene. Abbiamo avuto delle difficoltà, ma, con soddisfazione, 
siamo arrivati alla conclusione.

Dicevo delle difficoltà: reticenze di chi è abituato ad usare solo certi 
software; cultura informatica di base non sufficiente; apparecchiature, 
reti e connessioni non adeguate.

Ma ci sono stati anche tanti aspetti positivi.
I bambini della scuola elementare sono stati i più bravi. Hanno usato i 
netbook, i software e la piattaforma e-learning (Moodle) che avevano a 
disposizione con abilità e creatività. Hanno fatto didattica a distanza 
con upload di materiale, chat, forum e messaggi. I ragazzi della scuola 
media hanno dovuto superare qualche difficoltà iniziale e adattarsi al 
fatto che un maggior grado di libertà e legalità si paga con la fatica 
di dover acquisire qualche sapere in più. E anche con qualche rinuncia a 
qualcosa che siamo abituati ad avere gratis, ma che gratis non è. Poi, 
però, hanno lavorato molto. Gli studenti più grandi hanno faticato un 
po' di più e qualche volta hanno desistito. I professori .... dipende.

Hardware e connessioni ci hanno fatto faticare. La scuola ha acquistato 
più di 70 net book e ne abbiamo dovuti sostituire o riparare quasi 
venti, e pensare che erano 'ubuntu certified'! La connettività è stato 
il secondo problema: un flusso di dati troppo lento scoraggia l'uso 
della piattaforma di condivisione. Da qui abbiamo imparato molte 
lezioni: è importante bilanciare bene gli applicativi con gli apparati; 
un tecnico esperto di reti, server, sicurezza e applicativi open source 
per Linux sarebbe stato utile. Gli incontri del sabato pomeriggio alla 
sede del Bilug di Zumaglia mi hanno chiarito molti aspetti, ma ci è 
mancata una parte dell'operatività che dovevamo organizzare a scuola. 
Faremo certo meglio in futuro, perchè abbiamo fatto esperienza, anche 
dei nostri limiti.

Alla fine abbiamo costruito un grande dizionario dell'acqua, on line e 
multimediale, dove abbiamo raccolto i contributi di chi aveva lavorato 
su questo tema. Ci sono testi, disegni, progetti, canzoni, ricerche, 
presentazioni, fotografie. Per ora è ancora tutto confinato 
nell'ambiente riservato che ci è servito per la nostra didattica, ma ci 
riproponiamo di esportare almeno una parte del lavoro.

Se ci sarà l'occasione, vi mostrerò qualche fotografia dei bambini al 
lavoro che sono uno spettacolo e vi farò vedere il dizionario dell'acqua.
Ma devo assolutamente ringraziare il Bilug: sapere di poter contare su 
di voi mi ha permesso di affrontare con più tranquillità un lavoro che 
coinvolgeva così tante persone e che non poteva fallire.

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