[Linux-Biella] Testimonianza da New York

delvecchiolorenzo delvecchiolorenzo a libero.it
Mar 29 Apr 2008 00:54:40 CEST


E' buffo che si torni a parlare di America e microsoft negli stessi momenti, e contemporaneamente nelle nostre mail.
Scusate se lo faccio ma vorrei riportare una testimonianza di seconda mano (nel senso che chi me l'ha raccontata ha avuto contatto diretto con il testimone), proveniente dall'America.
Tra l'altro fresca di due settimane.

Mi limito a riportare quanto sentito:

Il colloquio e' avvenuto fuori dagli Stati Uniti.
In una zona turistica situata lungo la costa oceanica del messico. Non sul golfo, dal lato del Pacifico.

La donna che ha raccontato la storia e' una circa quarantenne  newyorkese, presente lungo il litorale poiche' in quei giorni in vacanza.

Lei parla di psicosi, di psicosi e di presenza ossessiva delle istituzioni nella vita dei cittadini.

Dice che non c'e' modo, al mattino, appena svegli di sottrarsi (parole sue) al rituale del codice d'allarme, che, in un modo o in un altro, in maniera ossessiva va caratterizzando le programmazioni di radio, ed emittenti televisivi.
Persino in metropolitana viene sempre, costantemente, ricordato il livello d'allarme della giornata.
Il che possiamo immaginare come entri nei discorsi della gente (anche solo certa gente) ma comunque, ogni mattina, in un modo o in un altro, prima di arrivare a lavorare si e' di certo a conoscenza del fatto che quel giorno l'allarme e' rosso, oppure giallo od arancione.

Ossessione e psicosi giungono poi, nei numerosissimi controlli che la gente comune e' spesso obbligata a subire ad opera della CIA.

E' abbastanza comune (o meglio forse non inusuale) ricevere visita da agenti che si interessano ai fatti tuoi, in relazione a movimenti sospetti, mail captate, parole o frasi usate, o anche solo per domande generiche relative al se si e' visto qualcosa o si conosce qualcheduno sospetto.

Dice che non se ne puo' piu'.
Dice che il tutto, e' indice di stress e di mal vivere.

Chi riporta le parole, (un mio carissimo amico che non credo inventi storie) sostiene che in America, fatto scalo a New York, aereoporto Kennedy, non ha potuto fare a meno di notare l'invadenza degli agenti di controllo nella privacy dei passeggieri.
Tanta, che anche i poliziotti attuandola chiedono scusa, ricordando che fosse per loro ne farebbero a meno, ma sono pagati per farlo.

Un saluto
                    Il vostro amabile reporter di quartiere 
 
                                            Lorenzo

L'unico problema
riscontrato nel
passare a Ubuntu, lo
si trova fra
tastiera e
seggiolino...
Spero proprio di
risolverlo!!

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