[Linux-Biella] Che simpatia

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Mar 15 Maggio 2007 08:57:44 CEST


LA REPUBBLICA

Microsoft attacca il mondo open source
"Hanno violato 
235 nostri brevetti"
di VALERIO MACCARI

Microsoft attacca il mondo 
open source "Hanno violato 235 nostri brevetti"

Steve Ballmer
ROMA - 
"Viviamo in un mondo che rispetta la proprietà intellettuale, e la 
comunità open source deve stare alle regole del gioco. Il cosiddetto 
free software infrange 235 brevetti appartenenti alla Microsoft. Questa 
situazione deve finire". In un'intervista rilasciata al magazine 
Fortune, Steve Ballmer, Ceo della Microsoft, lancia un'offensiva senza 
precedenti contro il mondo del software libero. E minaccia di ricorrere 
alla legge per far rispettare i brevetti e far pagare le "giuste 
royalities" a chi usa Linux e molti altri programmi rilasciati sotto 
licenza Gpl. Se la Microsoft dovesse proseguire su questa linea, il 
software "libero" rischia di cessare di esistere.

Le dichiarazioni di 
Ballmer sono solo l'ultimo episodio di una guerra che va avanti da 
almeno dieci anni. L'open source è sempre stato il rivale più temibile 
per il colosso di Redmond. Linux, in particolare, è cresciuto 
moltissimo negli ultimi anni, togliendo a Windows, il sistema operativo 
della Microsoft, importanti quote di mercato. Nel 2004 Linux era 
installato sul 25% dei server e il 3% dei computer desktop, e gli 
analisti si aspettano che il giro d'affari totale generato dal software 
"open source" raggiunga i 36 miliardi di dollari entro il 2008. Cifre 
che Microsoft, che negli ultimi 5 anni si è trovata a fronteggiare con 
scarsi risultati una concorrenza sempre più forte su tutti i fronti, 
non può ignorare. Inoltre un mese fa la Dell, la seconda produttrice di 
computer al mondo, ha annunciato una nuova linea di computer con 
preinstallato Linux. Una scelta che potrebbe portare a una brusca 
accelerazione della diffusione del sistema operativo del pinguino in 
ambito domestico.

Per ora, però, ad impiegare Linux è soprattutto il 
mondo del corporate business. Più della metà delle compagnie che 
compaiono nella classifica Fortune 500 lo utilizza nei propri data 
center. Wal-Mart, Goldman Sachs e Google, per fare dei nomi. E il 
sistema open socurce è molto diffuso anche negli ambienti universitari, 
dove in parte è stato creato. A spingere all'adozione di Linux è stata 
soprattutto la possibilità di acquisirlo gratuitamente. Ma anche la 
flessibilità e la stabilità del sistema, che può essere "dimensionato" 
secondo le esigenze.

Microsoft, però, non intende riconoscere al 
nemico tutti i suoi meriti. "Il software open-source, spiegano a 
Redmond, è spesso di alta qualità proprio perché incorpora porzioni di 
nostri brevetti". Il solo kernel di Linux (il cuore del sistema 
operativo) viola, secondo Microsoft, 42 patenti Microsoft; 
l'interfaccia grafica altre 65; Open Office, l'alterego gratuito di 
Office, 45; i programmi client di posta elettronica infrangono 15 
brevetti, e i restanti programmi altri 68. In totale, 235 brevetti. 
Sarebbe la più grande violazione di proprietà intellettuale della 
storia.

Se i diritti della Microsoft dovessero essere riconosciuti, 
gli sviluppatori del software libero potrebbero essere costretti a 
pagare a Redmond delle royalities, e l'open source non sarebbe più 
gratuito per l'utente finale perdendo così anche il suo maggior punto 
di forza.

L'avvocato della Free Software Fundation Eben Moglen, però, 
non sembra essere spaventato.
Sostiene infatti che il software è un 
algoritmo matematico e che, come tale, non possa essere patentato. La 
Corte Suprema americana non si è mai espressa in materia. E comunque, 
ci sono "forti dubbi che i numeri presentati da Microsoft corrispondano 
a brevetti effettivamente validi". Una cosa è certa, però. "Le prossime 
battaglie fra il mondo dell'open source e quello del software 
proprietario - spiega Moglen - si combatteranno proprio sul terreno dei 
brevetti".

Un duello simile a quello in corso fra le major musicali e 
i servizi di condivisione dei file, ma di dimensioni molto maggiori. 
Una considerazione che forse, per ora, trattiene Microsoft 
dall'intraprendere un'azione legale concreta. Le parole di Ballmer, 
quindi, potrebbero essere solo una minaccia. Magari per costringere i 
più grandi attori dell'open source a scendere patti con la Microsoft. 
La stessa tecnica usata, questa estate, con Novell. Che, per non farsi 
trascinare in tribunale, ha acconsentito a dare una percentuale dei 
ricavi provenienti dalla sua distribuzione a Redmond.

(14 maggio 2007)


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