[Linux-Biella] Comunicato stampa. Versione ufficiale

Enrico "Gabubbi" Manfredo elinux a gabubbi.it
Ven 17 Giu 2005 12:24:52 CEST


Comunicato Stampa	
Riflessioni sui rischi della Direttiva Europea denominata CII 
(Computer-Implemented Inventions)

Tra i professionisti informatici, e non solo, c'è molta apprensione per il 
pronunciamento del Parlamento Europeo sul tema della brevettabilità del 
software.
Qualora passasse questa normativa, sarebbero a rischio non solo migliaia di 
posti di lavoro per piccole e medie imprese informatiche europee, ma anche il 
diritto inalienabile alla conoscenza e l'esistenza dei software Open Source, 
come ad esempio, Linux, Mozilla (Firefox, Thenderbird ecc), OpenOffice.org e 
tanti altri. Ripercussioni economiche negative potranno aversi anche su 
software proprietari per Windows, e mettere a repentaglio anche sistemi 
operativi alternativi come quelli della Apple (Mac)
La discussione avverrà a Bruxelles il prossimo 6 luglio. Secondo gli esperti, 
da parte delle grandi multinazionali è in atto una corsa per brevettare 
funzioni come il click del mouse, gli acquisti via internet e molto altro 
ancora; tante funzioni che fanno parte della quotidianità e per le quali, se 
passasse la nuova direttiva, potrebbe essere necessario pagare dei diritti di 
utilizzo ai detentori del brevetto. A forte rischio di sopravvivenza molte 
aziende produttrici di programmi informatici che non sarebbero in grado di 
sostenere i costi per l'utilizzo di funzioni sino ad oggi di pubblico 
dominio; ovvia la ripercussione anche a livello occupazionale. A fare la 
parte del leone in questa corsa sono le aziende Americane ed Asiatiche le 
quali detengono la maggior parte di questi brevetti, alle quali potrebbe 
essere necessario pagare una sorta di tassa per ogni singola azione 
informatica usata. Anche i costi dei software potrebbero avere un forte 
rialzo. I costi di molte apparecchiature mediche basate su elaboratori ( come 
ad esempio la TAC)  potrebbero addirittura decuplicare.

Nel controsenso dei giochi d'interesse, vi ricadono anche progetti come 
l'e-government. Infatti, tale progetto attinge a piene mani da alcune 
normative europee che non solo consigliano, ma addirittura in alcuni casi 
impongono l'utilizzo di tecnologie Open-Source e standard aperti per lo 
scambio di documentazione, due realtà che rischiano di svanire con 
l'approvazione di questa legge. 

Mentre si cerca di spingere la popolazione all'utilizzo delle più moderne 
tecniche digitali si materializza all'orizzonte il rischio di dover pagar 
dazio per il click del mouse, visualizzare immagini sul proprio schermo, 
ascoltare un brano musicale o vedere l'ora.

Per opporsi a questa minaccia, l’associazione di volontariato BILUG chiede ad 
ogni cittadino che ha a cuore la libertà della conoscenza il modesto impegno 
di informarsi, di valutare la situazione, di far conoscere il problema.
Solo sarà possibile continuare a difendere in Europa quella enorme ricchezza 
civile che è la libertà della conoscenza e della sua diffusione e mantenere 
sul nostro continente un vantaggio competitivo rispetto alle economie 
statunitensi e giapponesi.

Per maggiori informazioni

Maffioletti Claudio, presidente del BiLUG					presidente a bilug.linux.it	
Manfredo Enrico, curatore di questo comunicato stampa		press a bilug.linux.it



Approfondimento al comunicato stampa.
(Questo paragrafo è stato dedicato a coloro che vogliano avere una maggiore 
comprensione del problema)

Molte aziende di enormi dimensioni economiche hanno provveduto a chiedere 
brevetto di operazioni elementari e fondamentali della vita di tutti i 
giorni, (per esempio il click del mouse o gli acquisti via internet). 
Brevetti che allo stato attuale non trovano riscontri legali, ma se varata la 
legge in questione, diverrebbero oggetto per segregare la conoscenza comune 
in mano alle multinazionali. Inoltre, il danno economico per l'Europa 
potrebbe essere enorme. Infatti, solo il 23% dei brevetti attualmente 
registrati sono riconducibili ad aziende europee, i rimanenti sono di aziende 
americane ed asiatiche, alle quali saremmo costretti a riconoscere un dazio 
per ogni singola azione (informatica) che compiamo.
“Le idee base, astratte e generali su cui si fonda la conoscenza sono un bene 
comune e collettivo, che in quanto tale deve essere tutelato e il cui 
accesso, in una societa` democratica, deve essere garantito liberamente ad 
ognuno perché ognuno possa sviluppare le proprie potenzialità individuali 
anche a vantaggio della collettività”. Queste idee sono quelle stesse di 
libertà, democrazia ed eguaglianza, ma anche, in campo informatico, gli 
algoritmi e le loro proprieta`. Un algoritmo per esempio, e` quello della 
somma, per cui, dati 2 numeri, per trovare la loro somma, devo aggiungere al 
primo le unita` del secondo. Una proprieta` di questo algoritmo e` che il 
risultato non cambia se aggiungo al primo numero le unita` del secondo o al 
secondo le unita` del primo. Attualmente in Europa e in Italia non e` 
possibile brevettare delle idee come queste, proprio perché non sono 
proprieta` di nessuno, ma un bene di tutti. Esiste pero` il diritto d’autore 
che tutela le opere di ingegno originali ed individuali e dopo un travagliato 
cammino si stava arrivando ad una normativa comunitaria che consentiva di 
brevettare un software specifico (cioè un insieme preciso e caratteristico di 
algoritmi) legato ad un dispositivo fisico specifico che insieme fornivano 
delle prestazioni definite. Questo sarebbe stato giusto, dato che tutelava 
gli investimenti fatti nella ricerca per ottenere quel prodotto particolare 
con quelle specifiche caratteristiche. Non è la brevettabilità in se che noi 
aborriamo, ma il disegno di legge proposto, il quale risulta mancante in 
molti punti, e decisamente molto vago. Infatti, secondo il testo proposto dal 
decreto, diverrebbe possibile persino brevettare l'acqua calda.
SIA CHIARO che non siamo contro il diritto inalienabile di tutelare gli 
investimenti della aziende che operano nel mondo del IT, ma contro una 
generalizzazione della legge che porta a brevettare “astrazioni di idee” e 
non il codice prodotto per ottenerlo. INOLTRE a tutelare tali diritti 
esisteva già ed esiste ancora il copyright (o il copyleft nel caso dei 
software Open-Source) il quale tutela il codice sviluppato per ottenere un 
risultato, e non il risultato che si ottiene dal codice.
Volendo dare un esempio concreto sul rischio economico e sociale, il sistema 
medico moderno e basato in gran parte su apparecchiature elettromedicali che 
posseggono un software protetto da copyright per compiere un insieme di 
operazioni. Software molto costosi, ma comunque pienamente giustificati dalla 
ricerca necessaria per giungere allo scopo previsto.  In questo frangente, 
nulla viene da obbiettare sul brevetto. Ma se passare la proposta nel 
parlamento europeo, il costo già alto di queste apparecchiature subirebbe un 
impennata verticale, poiché al brevetto del software specifico, andrebbe 
aggiungo il costo del brevetto per accendere un computer, per cliccare con il 
mouse, per vedere le immagini a video e così via. Insomma, la possibilità per 
i piccoli ospedali di acquistare apparecchiature svanirebbe in quanto,  
sempre per esempio, i costi per una TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) 
non solo raddoppierebbero... ma addirittura sarebbero decuplicati. 
In merito alla condizione favorevole della Confindustria all'approvazione 
della legge, va ricordato che in Europa, ed in particolare in Italia, solo 
una piccola parte delle imprese informatiche sono da assoggettarsi 
all'industria, in tutti gli altri casi, sono piccole e medie imprese che 
verrebbero strozzate dalla normativa in questione. Infatti, la Confesercenti, 
e la Confartigianato se dichiarata contraria all'adozione di tale normativa. 
Oltre a questi fattori non meno importante rimane il fatto che sempre a causa 
di questa normativa, circa l'85% delle aziende informatiche cesserebbero di 
esistere, in quanto non disporrebbero degli adeguati mezzi economici per 
acquistare i brevetti per i software di loro sviluppo. 


Link e riferimenti di approfondimento  
Free Software Fondation Europa (sezione Italia)
http://www.italy.fsfeurope.org/
Foundation for a Free Information Infrastructure
http://www.ffii.org/index.it.html
Esempio di cosa è già stato brevettato in Europa
http://webshop.ffii.org/index.it.html
Alcune cifre per i brevetti europei (al 2004)
http://www.sl-lab.it/twiki/pub/Main/DirettivaBrevetti/Fumagalli.pdf

Tutte le ultime novità sul fronte dei brevetti (in inglese):
http://wiki.ffii.org/SwpatcninoEn
Punto Informatico, quotidiano di settore che ha dato una puntuale trattazione 
dei fatti, coinvolgendo entrambi le parti in svariati articoli giornalistici.
http://www.punto-informatico.it
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