[Linux-Biella] Re: [Associazione] Nuova versione dello statuto: W gli italiani nel mondo

Andrea Ferraris linux@ml.bilug.linux.it
Wed, 25 Feb 2004 01:14:23 +0100


> From: "CIARROCCHI, Paolo, VF-IT" <Paolo.CIARROCCHI@vodafone.com>
> From: Andrea Ferraris [mailto:andrea_ferraris@libero.it]
> > > From: Andrea Ferraris [mailto:andrea_ferraris@libero.it]
> > > [...]
> > > > Tutta la mia stima e ammirazione agli emigrati italiani nel
> > > > mondo, che hanno
> > > > avuto il coraggio di andarsene. Probabilmente sono gli
> > > > italiani migliori.
> > >
> > > Evidentemente non hai girato molto il mondo.
> >
> > Si`, poi e` assolutamente vero che le giovani menti piu` brillanti
> > e intraprendenti d'Italia, stanno qui, nelle nostre universita` o
> > industrie che per questo motivo sono le piu` competitive,
> > all'avanguardia
> > nel mondo e possono vantare la piu` grande quantita` e
> > migliore qualita`
> > di invenzioni e brevetti. E' per questo che attualmente
> > l'Italia sta vivendo
> > un nuovo Rinascimento, come nel 4 e '500, quando era il
> > centro del mondo,
> > anzi che dico, come nel periodo della Roma Repubblicana di
> > 2000 anni fa.
> >
> > Andrea
> >
> > P.S.: dimmi un po', lavori in Omnitel o Vodafone?
>
> Dimmi un po', ti diverti proprio a provocare vero ?
>
> Lavoro in Vodafone Italia, giusto per essere pignolo.

Ah, la succursale italiana. Scusa, questa non e` proprio carina, ma
volevo sottolineare come pure le aziende grandi o quelle che andavano
o potevano andare bene ed essere un piccolo orgoglio nazionale,
sono state vendute a stranieri (vedi FIAT p.es.). Nulla di male,
solo che la ricerca e lo sviluppo per il core business dell'azienda,
normalmente in queste circostanze, non si svolgono piu` in
Italia. Quindi usando gli ultimi ritrovati della tecnologia della
tua azienda, sia sw che hw, i riferimenti, i veri esperti, saranno
stranieri o al piu` italiani emigrati.

> Volevo solo dire che, lavorando per una multinazionale
> e avendo quotidianamente contatti con persone in Europa
> e Israele non vedo tutto questo benessere in giro.
> Anzi, conosco molti stranieri che vorrebbero venire a
> lavorare e vivere qui.

Se fossi un albanese o un rumeno probabilmente desidererei
venire a vivere in Italia. Probabilmente anche se vivessi in Israele
e non fossi particolarmente entusiasta dei continui attentati.
Se abitassi in un'altra nazione europea o negli Stati Uniti
invece probabilmente in Italia ci vorrei venire solo in vacanza.

> Non ho di certo nulla in contrario a chi cerca di
> farsi nuove esperienze in giro per il mondo,
> ma non mi piace chi deve per forza dire "poveri noi
> che siamo Italiani".

Io non dico poveri noi, ma poveri voi, perche' non
mi sento affatto italiano, anche se purtroppo o per fortuna
lo sono. E non dico nemmeno poveri noi, ma miserabili disgraziati.
Con uno stato putrescente. Un intrico legislativo che blocca la
giustizia e mette mille lacci e laccioli alla libera iniziativa e
soprattutto
un senso civico e dello stato inesistente e una denatalita`
unica al mondo e non ci vuole molto acume per capire
che una nazione che non fa figli non ha futuro e di una nazione che
ha come primo ministro eletto dal popolo Berlusconi non e` che
si possa pensare un gran bene. Soprattutto la denatalita`, la mancanza
di senso civico e dello stato mi fanno considerare negativamente l'Italia
e non e` un caso che abbiamo mafia, camorra e ndrangheta.
Non c'e` da dire poveri noi che siamo Italiani, ma da prendere
e andarsene da questo posto per uno che abbia un presente e
possa avere un futuro migliore. Ripeto, i migliori (piu` brillanti e
dotati di iniziativa) se ne vanno o se ne sono andati perche' hanno
piu` possibilita` all'estero p.es. in paesi come gli Stati Uniti.
Se poi uno non vuole andare tanto lontano, credo proprio
che in molti altri paesi d'Europa (tipo Francia o Inghilterra e LucaBert
puo` dirci se anche Germania e magari anche Spagna) si stia meglio
o per lo meno non ci siano tutti quegli elementi strutturali che
fanno dell'Italia una nazione senza futuro.

Quanto poi a PaulTT che parlava del settore informatico, mi sembra
che ci sia l'imbarazzo della scelta. Credo che anche l'India e forse
la Cina siano messe meglio di noi, senza parlare di molte altre
nazioni europee o degli Stati Uniti. Ovvero, puo` anche darsi che
pure li` ci sia crisi, ma gli standard qualitativi, gli strumenti usati
e il modo di usarli sono mediamente anni avanti a noi.
Comunque non e` per il metro informatico che sceglierei di
emigrare, ma per gli elementi che sottolineavo prima.

Andrea