[Didattica] LTSP Server scuola di Netro

michele.valli a istruzione.it michele.valli a istruzione.it
Gio 11 Dic 2008 18:55:10 CET


Accedo alla posta dopo 3 giorni e trovo con piacere dei nuovi arrivati:
ciao Alberto, ciao Sabrina (ma noi ci conosciamo già).

Cerco di intervenire su alcuni dei temi proposti da Alberto e sviluppati
da Fiorenza:

- "sfiducia verso il clima genitorial-docente". Non mi sbilancio sui
genitori anche se devo ammettere che se non avessi incontrato il
genitore/Fiorenza non so come sarebbe andata a finire la faccenda le
laboratorio della mia scuola.
Mi sento un po' più ferrato sul discorso docenti, visto che appartengo
alla categoria.
Non è casuale che io legga un messaggio della lista più di 48 ore dopo che
è stato inviato. Questo significa che io non mi sono collegato ad Internet
in questi ultimi 2 giorni. Niente male, ma ciò denota un approccio senza
dubbio differente dalla maggior parte degli iscritti al BILUG che, secondo
me, riescono a leggere la posta quotidianamente in quanto, per la maggior
parte di loro, fa parte del lavoro collegarsi ad internet.
Dico questo non tanto per alzare degli steccati tra gli insegnanti e gli
informatici (per lavoro o per passione), ma per sensibilizzare chiunque
voglia tentare un approccio con gli insegnanti a tenere conto del fatto
che spesso, per un maestro, l'informatica è di corollario al lavoro e solo
 raramente diventa il nocciolo del lavoro stesso.
Ad esempio, i problemi che io ho affrontato in questi giorni (addizioni e
sottrazioni con il cambio in seconda, il passaggio dalla frazione decimale
al numero decimale in quarta, la dimostrazione dell'area del triangolo in
quinta, la recita natalizia per tutta la scuola) non solo non mi hanno
sollecitato ad usare il PC, ma non mi hanno permesso di trovare il tempo
per accendere il computer.
Non è una giustificazione, ma solo una chiave di lettura del mondo dei
docenti.

- "PRIMO APPROCCIO...per ora mi pare andiate per conoscenze personali".
E' vero, non ci avevo mai pensato, ma se ripenso al cammino di questi 4
anni mi rendo conto che ci siamo mossi prevalentemente per conoscenze
personali: Sabrina mi dice che ha un'amica (Fiorenza) che si interessa di
Linux, casualmente incontro questa persona nella libreria di un amico, un
collega mi passa il cd di Eduknoppix, la mamma di un allievo mi dice che
suo fratello conosce un informatico interessato ai software Linux per la
scuola (Claudio), ecc... Mi fermo qui ma potrei continuare.
A fiano a ciò, secondo me, c'è anche un aspetto meno informale: l'adesione
al progetto "Ragazzi e pc" dell'Unione Industriale, l'iscrizione al LUG di
Biella, l'iscrizione alla lista di Linuxdidattica, la disponibilità a dare
una mano ad organizzare il Linuxday ed infine la richiesta al LUG di
aprire questa lista.

E' una sorta di catena dove atti formali e rapporti umani si intrecciano
senza dimenticare però che "le istituzioni vogliono la loro parte". Mi
riferisco ad esempio al primo tentativo di installare Linux in una scuola
materna del mio Istituto: la Preside non fu avvertita ed il risultato fu,
ahimè, la formattazione del PC ed il ripristino del vecchio Window.
Quindi penso che non si debba trascurare di mettere al corrente Preside,
organi collegiali, genitori e colleghi delle proprie intenzioni.
Ad esempio, per quanto riguarda il Terminal server e la collaborazione con
il BILUG ne ho parlato con la Preside e sono stato invitato a partecipare
al Consiglio di Istituto per illustrare l'iniziativa.
Naturalmente le persone a cui porre maggiore attenzione sono le colleghe
che dovranno usare direttamente il PC: basta poco per innescare dei
meccanismi di rifiuto dell'opensource.
Nella mia esperienza, ad esempio, il semplice fatto che nessuna delle
macchine in rete monti la chiavetta usb automaticamente fa sì che una
delle colleghe che usa maggiormente il computer avvii il server su Windows
(solo il server ha anche windows) creando un bel pasticcio quando talvolta
ci sono gli altri PC accesi con i file in stato di elaborazione.

Qualcuno un po' esperto mi potrebbe rispondere che non ci vuole niente a
scrivere uno script che permetta ai colleghi di montare la chiavetta senza
dovere aprire la shell, autenticarsi come root ecc... E' vero, ma di fatto
io non ne sono ancora capace.

E questo è l'ultimo tema del mio lungo messaggio: LE COMPETENZE.
Infatti mi rendo conto che le mie competenze informatiche sono di
bassissimo profilo. Sebbene col tempo qualcosa abbia imparato, vedo che
c'è un abisso tra me e gli altri componenti dell'associazione. Pazienza,
ma bisogna tenere conto anche di ciò quindi cercare qualcuno che ci possa
aiutare (talvolta basta una telefonata o un messaggio in lista) quando non
sappiamo più che pesci prendere.

Chiudo questo lungo messaggio dicendo che non escluderei la possibilità di
incontrarsi e parlarsi a quattrocchi (confesso che mi viene meglio che
digitare sulla tastiera), magari per vedere girare una macchina o, perchè
no, il mitico Terminal server.

Ciao Michele



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